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Esercizi di felicità

Esiste una felicità più profonda. Quella che proviene dalla consapevolezza di fare scelte lungimiranti, giuste, i cui riflessi siamo consapevoli possano essere solo positivi, per noi e per il prossimo. Eppure «l’ironia dei nostri tempi – ci ricorda l’antropologa Mary Catherine Bateson, è che se anche viviamo più a lungo, pensiamo più nel breve periodo». E questo, in parte, si riflette anche nelle scelte di arredo quando cediamo alla tentazione del fast furniture, termine che deriva dal più noto fast fashion. Certo, stili e tendenze evolvono di continuo, ma il valore di un oggetto di design, realizzato con estrema cura e destinato a durare nel tempo, è certamente un primo passo.

Non a caso, ogni mese “intervistiamo” un’icona del design e scopriamo nuove storie: questa volta è il turno della sedia Tripolina, ripresa poi nel tempo da grandi maestri del design come Gae Aulenti e Vico Magistretti. Oppure Taccia di Achille Castiglioni, lampada per la quale personalmente ho un debole. Lo stesso debole che ha portato i proprietari delle case di questo mese, tra Londra, Parigi e Madrid, a rinunciare a qualcosa tranne che al lusso del design, ora funzionale, ora utile a far librare la mente. Di questo e di molto altro ci ritroveremo a parlare nei Café della Stampa che si terranno al Cersaie, il Salone dell’arredobagno e della ceramica, partendo dell’ispirazione del libro “Come diventare un buon antenato” di Roman Krznaric, di cui trovate i dettagli nella rubrica moodword che questo mese celebra il ritorno. Quello dei buoni propositi di settembre!

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