Un backsplash è per sempre: 5 paraschizzi per incorniciare la cucina
Posto a ridosso di lavello e piano cottura, soddisfa estetica e funzionalità grazie a materiali sempre più performanti
Un tempo si chiamava schienale, poi rinominato pannello retrocucina, paraschizzi e quindi internazionalizzato come backsplash. Comunque vogliamo indicarlo, il concetto è chiaro: parliamo di quella parte cruciale di parete a ridosso del piano di lavoro, nello specifico dietro ai fornelli e al lavello. Può essere realizzato in diversi materiali. Il più classico è probabilmente quello in ceramica, con le piastrelline che rivestono quella parte altamente sensibile alle macchie risparmiando il resto della parete generalmente verniciata.
Non mancano le varianti in marmo, lucido e bello quando è nuovo, ma delicato se non trattato a dovere. Discorso simile vale per l’acciaio inox. Elegante e professionale, trasforma la cucina di casa in quella di un ristorante, ma rischia a sua volta di subire l’attacco di acqua e acidi, come sughi e succhi.
C’è poi chi osa lo specchio, capace qui come altrove di regalare l’illusione di un po’ di spazio in più e forse anche più facile da pulire. A patto ovviamente che si abbia la pazienza (e il tempo) di occuparsene con regolarità.
All’elenco si possono aggiungere le carte da parati impermeabili, sempre più usate anche in bagno e in grado di regalare un tocco di allegria giocosa, la pietra, il cemento, la resina, il legno e, ovviamente, le infinite varianti sul tema mattonella, dal brick lucido alla lastra di graniglia fino al mosaico. Colori, texture e trame potranno rispettare toni e stili del resto della cucina o, al contrario, staccare nettamente dall’ambiente, vuoi perché dalle cromie più intense vuoi perché dal gusto diverso rispetto ai mobili.
Ecco allora spuntare una parete o anche solo una striscia di zellige marocchine o di azulejos portoghesi in un ambiente minimalista o, al contrario, un lucido inserto metallico in una stanza dominata da toni country. Qualunque sia la scelta, vince la funzionalità, con superfici capaci di resistere per un tempo ragionevole all’usura di uno spazio tra i più frequentati, e sfruttati, della casa.
Come un bonbon
Come lo specchio che le sovrasta, le piastrelle prodotte da Reda by Daria Vasilkova riprendono la palette confetto del resto della stanza. La designer russa le ha usate per un appartamento moscovita firmato dal suo studio, Art Group.
Sereno variabile
Ton sur ton con i mobili e la vernice di muri e soffitto, i brick scelti da Marianne Evennou portano un po’ dell’imprevedibile cielo di Parigi nella cucina di questo mini appartamento di Saint-Germain-des-Près. Foto di Grégory Timsit, via akindofhome di Mirko Gentile.
Serio ma non troppo
L’acciaio inox del backsplash prosegue quello di lavello, cappa e piano di lavoro in questo progetto firmato a Covent Gardner dallo studio londinese di Hollie Bowden. Ad ammorbidirne il rigore, la tonalità giallo baby dei mobili laccati.
Pietra e legno
Incastonata in una nicchia tra spallette in cartongesso e rivestimenti in rovere, la cucina realizzata in Florida dall’interior designer di Los Angeles Jake Arnold sceglie uno sfondo in marmo. Lo stesso usato per i piani di lavoro. Lo scatto è di Michael P. H. Clifford.
Backsplash easy chic
Punta sulle stesse mattonelle lucide sia per la base dell’isola sia per il paraschizzi lo studio madrileno S+DLH. L’effetto è un’ampia campitura verde smeraldo che interrompe il total white della cucina senza intaccarne l’elegante rigore.
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