Superfici curve piastrellate: 5 spunti per un coraggioso salto carpiato nel design
Rivestire un profilo sinuoso non è sempre facile, tanto più se utilizziamo la ceramica. Il risultato però vale lo sforzo, come dimostrano i progetti di questi designer
“La linea retta è la linea degli uomini, quella curva la linea di Dio”: grande sostenitore delle superfici curve, l’architetto spagnolo Antonio Gaudì non si è mai risparmiato nella sua ricerca del divino nella forma. E non c’è sua opera, a Barcellona ma non solo, che non lo dimostri, in un turbinio di superfici ondulate, avvallamenti, picchi e precipizi. Spesso rivestiti, si pensi allo straordinario Park Güell, dalle tessere irregolari di brillanti mosaici multicolori.
Nel nostro piccolo non vogliamo qui competere con il maestro del Modernismo catalano, ma possiamo comunque trarne insegnamento, quando ci misuriamo con pareti stondate, angoli curvi o strutture bombate. Va detto che già inserirle in un progetto potrebbe sembrare un azzardo, ma se non ci lasciamo intimidire potremo scoprire nuove prospettive. Come quella dell’uso di piastrelle e mosaici per dare colore, lucentezza e carattere a un angolo di casa o a un elemento di arredo. Rigorosamente dall’andamento non ortogonale.
La sfida della piastrella oltre la superficie piana
Gli esempi non mancano e vanno da destinazioni classiche come il bagno e la cucina ad altri meno usuali come la camera e il soggiorno. Negli ambienti più a contatto con l’acqua la scelta della ceramica è come noto giustificata anche dalla funzionalità, ma quando si sceglie di rivestire di tessere e mattonelle luoghi scomodi come una nicchia, un arco o persino un lavandino, ecco che il piacere della sfida prende il sopravvento.
Aiutati dai cataloghi dei produttori di ceramiche, sempre più ricchi di proposte anche in questo senso, superiamo l’obiettivo di un rivestimento impermeabile e ci concentriamo sulle sue indubbie caratteristiche estetiche. Basti pensare alla cucina. Pavimento e backsplash piastrellati sono un classico da quando esiste la casa, ma come lo vediamo il piano di lavoro? E i mobili, comprensivi magari anche dell’isola?
È in questi casi che le superfici possono incurvarsi e, va da sé, pure confondersi. Per evitare pasticci, oltre ad assoldare bravi professionisti per la posa dovremo anche affidarci ai materiali più indicati, che leghino con grazia con il resto dell’ambiente, ma che sappiano anche assecondare al meglio i capricci delle superfici. E se è vero che le tessere di un mosaico risultano certo più versatili delle lastre di grandi dimensioni, va anche considerata la brillante versatilità di formati medi e materiali di brick lucidi o zellige. Ritrovando nell’artigianato tradizionale una saggezza a cui attingere ancora oggi con profitto.
Ton sur ton
Alternano colori e forme le piastrelle del bagno firmato da Patricia Bustos e fotografato da Pablo Zamora. E mentre la porta è incorniciata dalla stessa scacchiera del pavimento, vasca e parete riprendono i brick dello zoccolino. Rigorosamente in versione curvy. Via Nora Chou.
Visionario
Frutto della creatività di Tekla Evelina Severin, questo etereo ambiente bagno pare uscito dal sogno di un capitano di nave. Colori e decori concorrono all’opera, che esalta la versatilità di Färgblock e Cirkle, piastrelle in gres porcellanato di Quintessenza Ceramiche. 3D setting di Terzo Piano.
Contrasti
Un’ampia parete curva e lucida, dove la superficie verde brillante delle piastrelle bacchettate è interrotta da quella grezza della pietra arenaria. Siamo a San Sebastián, in una casa degli anni Sessanta recentemente ripensata da Ismael Medina Manzano. La foto è di Hiperfocal.
Solare
Giallo girasole, per illuminare un open space e ingolosire gli ospiti. La cucina a vista disegnata da Studio Bosko punta sul colore vitaminico delle zellige sia per il backsplash sia per l’isola. Top e base arrotondata compresi. Foto di Giulia Maretti.
Su misura
Sono piastrelle disegnate ad hoc quelle che rivestono, lavandino compreso, il bagno della galleria d’arte Salon 94 Design a New York. Si chiamano Working Tile e le ha create Max Lamb per Tajimi Custom Tiles, azienda giapponese specializzata in ceramiche su misura.
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